Le Piccole e Medie imprese italiane sono un buon investimento?

PMI e sviluppo

Le PMI sono le oltre 3,5 Milioni di piccole e medie imprese italiane con meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo fino ai 50 milioni di euro. Queste imprese contribuiscono ai due terzi del valore aggiunto dell’intero settore industriale e rappresentano l’80% della forza lavoro nazionale. Se fino a qualche anno fa la loro principale fonte di finanziamento era rappresentata da prestiti bancari, più recentemente le PMI hanno iniziato ad entrare nel mercato dei capitali sfruttando le opportunità di accesso offerte dai mercati come Euronext Growth Milan (EGM) di Borsa Italiana. EGM è dedicato allo sviluppo delle piccole e medie imprese con maggiore potenziale di crescita e offre loro maggiore visibilità sia nazionale che internazionale. Il mercato  comprende attualmente 176 società con una capitalizzazione complessiva di 11,4 miliardi di euro.

Lo scenario attuale

Nel 2022  l'EGM Investable index1, sebbene in flessione rispetto all'anno precedente, ha comunque superato l'indice FTSE MIB delle 40 aziende ad alta capitalizzazione quotate nella Borsa Italiana. L'attuale contesto macroeconomico desta, tuttavia, qualche preoccupazione per il futuro delle PMI. Se infatti nel 2021, dopo il periodo di incertezza economica e finanziaria dovuto all'emergenza pandemica, si era registrata una ripresa del 9,7%, il conflitto russo-ucraino e i crescenti tassi di inflazione fanno emergere un nuovo ostacolo allo sviluppo che penalizza in particolare le PMI. Il rincaro dei prezzi dell'energia grava specialmente sulle imprese italiane, che pagano l'energia il 33,5% in più rispetto alla media europea; i piccoli imprenditori in particolare pagano l'energia in media 4 volte in più rispetto alle grandi imprese. Alla luce di questo difficile scenario, Intermonte, la banca d'investimento di riferimento per le PMI italiane, ha ridotto per il 2023 di circa l'8,5% le previsioni sugli utili delle società del segmento Mid e Small Cap.

Prospettive d'investimento

Se da una parte l'introduzione dei PIR2 aveva portato ad un aumento della liquidità nel segmento EGM, nel 2022 il mercato ha registrato una riduzione dei volumi di scambio, un conseguente calo di liquidità delle azioni e quindi un maggior rischio di investimento che scoraggia gli investitori. Secondo gli analisti di Intermonte, mentre la liquidità delle azioni emesse dalle grandi imprese italiane si è ridotta del 38% nel 2022, quella delle azioni quotate dalle piccole e medie imprese registra un calo rispettivamente del 44% e del 41,5% in relazione alla riduzione del volume degli scambi sul mercato. Sebbene quindi l'indice delle azioni delle PMI sul mercato EGM sia, come detto sopra, tuttora migliore rispetto a quello delle grandi imprese italiane, gli analisti segnalano un aumento del rischio d'investimento di cui gli investitori dovranno tenere conto.

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