Private Banking: benefici e sviluppo

Cos'è il private banking?

Con “private banking” si intendono tutti quei servizi personalizzati rivolti a particolari categorie di clienti con un certo livello di ricchezza. In particolar modo tali servizi non si riferiscono solo al mondo bancario e finanziario, ma appartengono alla sfera del “wealth management”. Infatti, l’obiettivo del private banking è quello di aiutare a gestire il patrimonio di suddetti clienti con una visione a 360 gradi, monitorando in modo costante nel tempo i risultati raggiunti. Proprio per la personalizzazione dei servizi, il private banking si caratterizza anche per il rapporto di fiducia che si instaura tra cliente e operatore. Ciò richiede un alto livello di competenza di quest’ultimo, il quale deve essere in grado di cogliere le esigenze espresse. Per parlare di soggetti “private” si considera, come soglia di patrimonio, un valore di circa 500 mila euro (in realtà, molte realtà finanziarie applicano un valore diverso, più alto e anche più basso).

Servizi offerti

Per quanto concerne i servizi, essi non sono riconducibili solo alla sfera meramente finanziaria (ad esempio asset management, investimenti alternativi, etc.). Infatti, possiamo parlare anche di art, corporate e real estate advisory (ad esempio consulenza immobiliare, consulenza sul passaggio generazionale della società, etc.), servizi fiduciari e molti altri che possano completare le necessità della clientela.

Benefici del private banking

È possibile classificare i benefici del private banking in 7 diversi punti.

Il primo punto è inerente alla specializzazione, concetto che può essere esteso e generalizzato su moltissime tematiche. Potersi affidare a un soggetto specializzato, attento alla continua evoluzione della materia e degli strumenti finanziari, potrà sicuramente garantire un risultato migliore in ottica di gestione o investimento del proprio patrimonio. Bisogna anche tener conto del fatto che il capitale è ingente e non sempre persone che possiedono questi capitali hanno anche una marcata conoscenza del mondo finanziario.

Il secondo beneficio, seppur possa risultare banale, è dato semplicemente dalla possibilità di poter delegare a un soggetto la gestione del proprio patrimonio poiché, ad esempio, oltre a non avere le competenze necessarie, non si ha neanche la possibilità di poter dedicare il giusto tempo richiesto a questa attività.

Il terzo beneficio derivante dalla scelta di una private bank è invece legato alla personalizzazione. Questo è uno dei temi principali poiché l’offerta di servizi “su misura” è rilevante nel caso in cui il cliente abbia specifiche richieste ed esigenze che non sarebbero soddisfatte da banche tradizionali.

Non si può non citare anche la diversificazione. Essa non si intende come distribuzione del proprio patrimonio a più operatori finanziari o banche ma, alla diversificazione (del rischio) dei prodotti sui quali si va ad investire per ottenere un eventuale extraprofitto o preservare il proprio patrimonio.

Il quinto beneficio è dato ancora una volta da un aspetto non tecnico, ma legato alla sfera psicologica, ovvero la fiducia. Essere consapevoli del fatto di aver affidato il proprio patrimonio a soggetti competenti non è una cosa da poco. Per fiducia si intende anche la vera e propria instaurazione di un rapporto di cordialità e di dialogo repentino con il proprio gestore, il quale diffonde al cliente sicurezza e affidabilità. Inoltre, la fiducia si può osservare anche nella ricerca da parte del private banker di proposte sempre più vantaggiose nei confronti del proprio cliente senza alcun scopo opportunistico.

Il penultimo beneficio è dato invece dalla trasparenza. Anch’esso possiede al suo interno diverse sfaccettature. Il fatto di delegare a un soggetto la gestione del proprio patrimonio non implica assenza e disinteressamento nei confronti del modo attraverso il quale questo venga gestito ma, al contrario, il cliente necessita di conoscere le attività intraprese. La trasparenza la si può intendere dal punto di vista delle strategie e delle opportunità, ma anche dal punto di vista del trade off rischio-rendimento a cui si va incontro nel momento in cui si decide di effettuare un determinato investimento. La trasparenza, infine, fa riferimento alla chiarezza sui costi da sostenere per i servizi richiesti

L’ultimo beneficio è legato alla riservatezza. Mai come nelle private banks, la riservatezza e il segreto professionale sono elementi chiave e imprescindibili da garantire al proprio cliente.

Sviluppo di settore

La clientela private, dalla fine del 2016 alla fine del 2020, ha avuto una crescita di circa il 31%. Per quanto concerne i patrimoni, la percentuale di allocazione nelle macro-classi (prodotti assicurativi, raccolta gestita, raccolta amministrata e raccolta diretta) è rimasta pressoché la medesima da settembre 2020 a settembre 2021. Valutando il posizionamento degli operatori a livello di AUM (dati fino al 31/12/2021) notiamo che in Europa, al primo posto, vi è UBS (società svizzera di servizi finanziari) con più di 2.900 miliardi di euro. Considerando invece l’Eurozona, troviamo BNP Paribas con 422 miliardi di euro mentre, a livello italiano, Fideuram gestisce circa 257 miliardi di euro, con una quota di mercato pari al 39%. Dalla fine del 2020 al terzo trimestre del 2021, in Italia, la quota degli AUM (asset under management) è aumentata del 7,9%, considerando come principali cause la rivalutazione positiva del mercato per il 54% (circa 40 miliardi di euro) e la nuova raccolta di risorse per il 46% (circa 34 miliardi di euro). Per il 2023, si stima un aumento degli AUM del 4,4%.

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