Rivian, IPO da record

Di cosa si occupa Rivian?

Rivian è una casa automobilistica statunitense nata nel 2009, specializzata nella produzione di veicoli elettrici. Ultimamente si è resa nota per via della sua IPO sul NASDAQ lo scorso 10 novembre, grazie alla quale è riuscita a raccogliere circa $12 miliardi. 

Inizialmente, la forchetta di prezzo per la quotazione era compresa tra i $57 e i $62, ma il forte interesse da parte degli investitori istituzionali ha spinto il prezzo a $78 per azione.

Dopo una settimana dalla quotazione, Rivian ha toccato i massimi a €179 dollari, capitalizzando oltre $100 miliardi, superando Ford, General Motors, Daimler, BMW e Ferrari.

Rivian produce due linee distinte di veicoli: la linea consumer, composta da un pick-up elettrico R1T (a partire da $67.500) e dal SUV R1S a 7 posti, entrambi dotati di prestazioni di alto livello che gli permettono di raggiungere i 100km/h in circa 3 secondi. La seconda linea è quella commerciale, con l’Eletric Delivery Van (EDV), progettato e realizzato da Rivian in collaborazione con Amazon, la quale ha effettuato un ordine di 100.000 veicoli, il più grande di sempre per quanto riguarda i veicoli elettrici.

A destare clamore da questa valutazione monstre, però, è sicuramente il fatto che Rivian non sia ancora in grado di produrre sufficienti veicoli per soddisfarne la domanda (i preordini di R1T e R1S a fine settembre ammontavano a 48.390).

Infatti, sino al 31 ottobre l’azienda ha consegnato solamente 156 R1T (su 180 prodotti), mentre quelle dell’R1S cominciano questo mese. Le consegne di pick-up sono avvenute prettamente ai dipendenti, motivo per cui ci sono ancora poche recensioni e test indipendenti.

Punti di forza e opportunità

Rivian, grazie all’importante ordine effettuato da Amazon, ha ottenuto grande credibilità agli occhi degli investitori. Infatti, Amazon ha acquisito il 20% del capitale dell’azienda automobilistica, realizzando un capital gain incredibile al giorno della quotazione (dato che a settembre dichiarava di detenere $3.8 miliardi di investimenti in partecipate e, solo alla data di IPO, la quota in Rivian già valeva $17 miliardi).

L’azienda guidata da R.J. Scaringe fornirà esclusivamente ad Amazon 100.000 EDV fino al 2025, mentre nei due anni successivi questa avrà un diritto di prelazione.

Amazon non è l’unico colosso ad avervi investito, infatti pure Ford ha rilevato nel 2019 circa il 12% del capitale con l’obiettivo di sviluppare insieme veicoli elettrici. Intenzioni che però, il 19 novembre 2021, sono state ritirate dalla storica casa automobilistica americana che dichiara di voler ridimensionare il proprio progetto EV e, di comune accordo con Rivian, concentrarsi sui propri progetti e consegne. La notizia ha scosso i mercati e nei giorni successivi il titolo è sceso del 15%.

Determinati fattori del mercato EV sembrano essere a favore di Rivian, come ad esempio la riduzione dei prezzi dei veicoli elettrici rispetto a diversi anni fa (nonostante il prezzo dell’R1T sia di fascia medio-alta), gli incentivi statali, la sostenibilità che sta prendendo sempre più piede tra i consumatori. I numeri dei segmenti camion e SUV sono in rapida crescita, questi rappresentano oltre il 70% delle vendite dei nuovi veicoli negli Stati Uniti, nonché quelli con più marginalità.

Rivian ritiene che il suo vantaggio competitivo sia riscontrabile soprattutto nella sua integrazione verticale e diversificazione del business (consumer e commerciale), volte a limitare l’impatto della ciclicità e a soddisfare i clienti su più fronti.

Punti critici e rischi

La società, non avendo ancora distribuito i propri veicoli su larga scala, presenta perdite d’esercizio pari a $426 milioni e $1 miliardo rispettivamente nel 2019 e 2020, aumento dovuto principalmente al ramp-up della produzione.

Sebbene l’ordine dei 100.000 EDV da parte di Amazon abbia dato grande credibilità al marchio, il contratto presenta dei rischi per Rivian. Infatti, in base all’accordo stipulato dalle due controparti, Rivian sarà vincolata a vendere i propri EDV esclusivamente ad Amazon almeno fino al 2025, mentre questa avrà il diritto di poter effettuare meno ordini di quelli previsti, di ritardare le consegne degli acquisti, ma soprattutto di poter fornirsi da altri rifornitori. 

Sul fronte della produzione, Rivian dichiara di non avere accordi a lungo termine con produttori e fornitori di chip. Motivo per cui, se questi non fossero in grado di dare una adeguata fornitura di questi semiconduttori, rispetto ai quali esiste una carenza globale, la produzione potrebbe risentirne pesantemente. Infatti, molti dei chip semiconduttori utilizzati nei loro veicoli, provengono da fonti di approvvigionamento limitate o singole e quindi una interruzione della catena di approvvigionamento sarebbe deleterio sulla capacità di produzione e consegna dei veicoli.

Un ulteriore rischio è rappresentato dalla vendita di veicoli ancora non testati su larga scala che potrebbe incombere in problemi di execution. Di fatto Rivian, nonostante abbia più di 10 anni di vita, ha sinora distribuito solo 156 veicoli. 

Contesto di mercato

Il mercato degli EV è altamente competitivo ed in forte crescita. Secondo le elaborazioni di Jato Dynamics, la quota di mercato dei veicoli elettrici è passata dal 2,6% nel 2020 al 5,8% a settembre 2021. È un settore ancora in via di sviluppo, composto da pochi player specializzati in EV con un business già avviato, i quali devono fare i conti con gli storici marchi automobilistici come Mercedes-Benz, BMW, Volvo ecc. che prevedono di stravolgere l’intera gamma al 100% elettrico entro il 2030. La parte restante è composta da tante start-up con grandi potenziali di crescita e tante promesse ancora da mantenere. Tra le 19 società EV più capitalizzate, oltre la metà non supera nemmeno il milione di euro di fatturato.

Ultime considerazioni

Nei mesi a venire sarà molto importante per il management poter sfruttare al meglio i capitali raccolti grazie all’IPO. Per Rivian, però, non è la prima volta che riceve una quantità importante di denaro per sostenere i propri investimenti.

Infatti, a maggio 2018 ha ricevuto $200 milioni dalla Standard Chartered Bank, a settembre 2019 $350 milioni da Cox Automotive e nello stesso anno $2,5 miliardi dalla T. Rowe Price di cui $500 milioni investiti da Ford. Di conseguenza, grande attenzione verterà a come il management, grazie all’abbondanza di risorse ottenute, potrà creare valore ai suoi azionisti. 

Rivian grazie alla collaborazione con Amazon e Ford (ormai sfumata), ha potuto crearsi una propria reputazione, soprattutto in termini di credibilità. Ma, diversi casi passati, come la più recente Nikola, dimostrano come anche in presenza di grandi investitori, il rischio che questi possano tirarsi indietro da un momento all’altro risulta plausibile, soprattutto in un mercato emergente e incerto come quello degli EV. Nikola aveva stretto una partnership importante con General Motors, finché questa poi si è ritirata in seguito a delle accuse di frode nei confronti di Nikola da parte di Hindenberg Research. Le azioni sono scese di oltre l’80% dai massimi.

In conclusione, sebbene Rivian risulti essere una società molto interessante e tra le più accreditate dal mercato, è ancora presto per poterla valutare a 360 gradi, data la sua breve storia operativa.

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