L'inflazione accellera: ad ottobre l'aumento dei prezzi più alto dal 2012

L'inflazione: un'introduzione

L’inflazione, in economia, è la crescita generalizzata e continuativa dei prezzi nel tempo. È un indicatore fondamentale perché condiziona il potere di acquisto delle famiglie, l’andamento generale delle economie e l’orientamento delle politiche monetarie delle banche centrali.

L’inflazione può essere calcolata in vari modi: tra questi, il più diffuso, è la variazione nel tempo dell’Indice dei Prezzi al consumo (IPC). Il rapporto tra l’IPC dell’anno corrente con il precedente determina appunto il “tasso d’inflazione”.

L'inflazione in Italia: la situazione ad ottobre 2021

In Italia l’inflazione sta tornando ad essere un fattore da tenere in considerazione, dopo anni di bassa inflazione o addirittura di inflazione negativa:

I dati pubblicati il 16 novembre dall’Istat descrivono in modo netto la crescita del livello dei prezzi in Italia, che ad ottobre ha registrato un aumento del 3% su base annua. È difficile ipotizzare che si tratti di un evento isolato, dato che l’inflazione, come è mostrato nella tabella sottostante, è aumentata in ogni mese dell’anno dall’inizio del 2021:

L'inflazione nel mondo ad ottobre 2021

L’inflazione non sta caratterizzando solamente l’economia italiana, ma sta coinvolgendo moltissimi Paesi a livello mondiale. L’eurozona ha registrato un tasso d’inflazione del 4,1% su base annua ad ottobre, mentre negli Stati Uniti ha raggiunto un massimo di 6,2%, che non si osservava da trent’anni.

Anche molte economie non occidentali stanno convivendo con l’aumento dei prezzi; ad esempio, in Russia, l’inflazione si attesta al 7,5%, mentre in Cina, i cui dati non sono sempre affidabili, all’1,5% (entrambi i dati sono riferiti ad ottobre e su base annua).

La posizione delle Banche Centrali

Le Banche centrali, gli organi in grado di influenzare l’andamento dell’inflazione tramite gli strumenti di politica monetaria, stanno monitorando attentamente questo fenomeno. Sia la Banca Centrale Europea che la Federal Reserve (Banca centrale degli Stati Uniti d’America) hanno più volte ripetuto che l’inflazione è temporanea, senza però specificare per quanto tempo si aspettino che prosegua. La persistenza dell’inflazione sta dunque facendo dubitare molti studiosi sul suo reale carattere transitorio.

Le cause dell'inflazione

Le cause che stanno alla base dell’inflazione sono molteplici. Tra queste, la principale è sicuramente l’aumento dei prezzi dell’energia. Secondo Istat, una larga parte (24,9%) dell’aumento inflattivo di ottobre è dovuto ai prezzi dei beni energetici, mentre, secondo la BCE, è proprio l’aumento dei prezzi dell’energia il principale driver dell’inflazione da oltre 5 mesi. Questo aumento è la conseguenza spontanea dell'aumento del costo del gas naturale, derivante da cause sia tecniche (L’inverno particolarmente rigido e prolungato dello scorso anno che ha portando all’utilizzo di molte riserve) sia geopolitiche (La limitazione della Russia ai rifornimenti all’Europa).

Un’altra causa dell’inflazione è l’uscita dalla fase più intensa della pandemia. Attualmente, il settore industriale sta faticando a soddisfare la domanda dei consumatori, che dopo mesi di restrizioni stanno tornando a spendere, causando, in una dinamica macroeconomica, l’aumento generale dei prezzi. Lo spareggio tra domanda e offerta è dovuto ad aspetti pratici del commercio internazionale, come le difficoltà nel reperimento di navi container e i lunghi tempi di attesa di queste per accedere in molti porti. Queste difficoltà si ripercuotono poi anche sui prezzi delle materie prime (In particolare quello del petrolio, che si ripercuote a sua volta su quello dei carburanti), il cui reperimento è spesso complicato.

Un’ulteriore causa, in qualche modo collegata alla precedente, sono le ingenti quantità di denaro immesse nelle economie da banche centrali e governi (Tramite sostegni e bonus) per contrastare la crisi.

Come gestire l'aumento inflazionistico?

In primo luogo, una normalizzazione dei prezzi dell’energia aiuterebbe immediatamente, ma, almeno per il momento, non sembra una soluzione plausibile. Oltre a questo, sono due i fattori che permetteranno di superare questa fase. Il primo riguarda un aggiustamento delle dinamiche tra domanda e offerta a livello industriale, che, con ogni probabilità, dirotteranno verso il riequilibrio nei prossimi mesi. Il secondo, invece, è rappresentato dalle Banche centrali, perché sono esse che detengono gli strumenti utili per influenzare le aspettative di inflazione, frenando le politiche ultra-espansive e dunque riducendo, limitando l’acquisto di titoli sui mercati finanziari, il livello di liquidità nelle economie.

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